Un viaggiatore su due (53%) si muove per gustare enoturismo

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

Alla vigilia della Bit, dal 9 all’11 a Milano, emerge il momento d’oro dell’enoturismo. E dal confronto con i maggiori competitor europei, il quadro è positivo per il Sistema Italia,ai vertici in sette degli indicatori considerati: produzioni di eccellenza, aziende vitivinicole, aziende olearie, imprese di ristorazione, musei del gusto, birrifici e Città Creative Unesco legate all’enogastronomia. E’ quanto evidenzia il Rapporto sul turismo enogastronomico 2020, presentato da Roberta Garibaldi, docente universitario di Tourism Management, secondo cui cresce l’interesse dei turisti verso l’enogastronomia e i Millennials guidano il trend mentre si affacciano i nuovi “super foodie”, i nati della Generazione Z che già mostrano un alto interesse verso il cibo.

“Dal 2016 si evidenzia un incremento del 12% degli enoturisti nei Paesi occidentali. Il totale di chi ha dichiarato di avere svolto almeno un viaggio con questa motivazione negli ultimi due anni a livello internazionale è pari al 53%” precisa l’autrice del report pubblicato sotto l’egida della World Food Travel Association e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.

I turisti internazionali di tutte le nazionalità mappate (Francia, Regno Unito, Canada, Stati Uniti d’America, Messico e Cina) si definiscono prevalentemente “eclettici” nella scelta delle esperienze, solo per i francesi prevale il tema dell’autentico, del locale e del gourmet. Dal web emergono alcuni temi su cui puntare: “food truck” – cibo di strada – sono tra le esperienze più vissute e più ricercate sul web, i ristoranti e i bar storici e le dimore storiche sede di aziende di produzione agroalimentare, le visite ai produttori extra vino, e infine i corsi di cucina. Mentre la pizza emerge come prodotto trainante per il nostro Paese”, conclude Roberta Garibaldi.

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