Dia di Catanzaro, relazione semestrale, “La ‘ndrangheta la vera Mafia Imprenditrice”

pubblicato da Redazione

Nel lontanissimo 1983 il docente universitario Pino Arlacchi che collaborava con i giudici Falcone e Borsellino pubblicò un libro “La Mafia Imprenditrice – L’etica mafiosa e lo spirito del capitalismo”, Ed. Il Mulino, che divenne una pietra miliare per tutti gli studiosi del fenomeno mafioso. E già in quel libro si prefigurava la trasformazione delle consorterie criminali in grandi holding planetarie con interessi imprenditoriali in qualsiasi parte del Pianeta.

E tale prefigurazione corrisponde oggi perfettamente a quello che è divenuta da tempo la ‘ndrangheta. Infatti nell’ultima relazione semestrale della Dia, Direzione investigativa antimafia di Catanzaro si evince la continua crescita della ‘ndrangheta nella veste di holding globalizzata con capitali immensi investiti in tantissimi settori economici. Ad illustrare la relazione il nuovo direttore della sezione operativa della Dia di Catanzaro e vicequestore di Polizia, Giuseppe Maria Emiddio. “Ci dobbiamo disabituare a vedere la ‘ndrangheta – afferma Giuseppe Emiddio –  come un fenomeno arcaico e abituarci a considerarlo come un fenomeno imprenditoriale.

Ciò che si evince dalla lettura della relazione semestrale è che la ‘ndrangheta ha un carattere sovranazionale, è riuscita a pervadere tutte le regioni d’Italia”. Un sistema imprenditoriale che trae la sua linfa dall’ampia azione di riciclaggio del denaro sporco che rende gli imprenditori in odor di ‘ndrangheta molto più competitivi rispetto agli imprenditori classici ed onesti. Oltre al fatto che la ‘ndrangheta pone in essere azioni persuasive che non sono certamente paragonabili al regime di concorrenza e di rispetto dei ruoli alla quale è tenuta l’imprenditoria sana che affanna sempre più.

Inoltre, nella relazione della Dia si sottolinea anche che la ‘ndrangheta può contare su una grande capacità di rigenerarsi e rinnovarsi. Pur rimanendo al comando le storiche famiglie che controllano il territorio nelle cinque province calabresi, le stesse hanno a disposizione le nuove leve che non hanno nulla da invidiare nei confronti dei loro precedessori.

La Redazione

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