Fake news sul web, per la Commissione Ue l’allarme resta alto

pubblicato da Redazione
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Le fake news sul web sono lungi dall’essere scomparse in Europa: nonostante gli sforzi compiuti in questi mesi con controlli e report mensili, l’Ue tiene infatti ancora alto l’allarme sulla cattiva informazione dal web. Se da una parte gli attori di internet sostengono di aver iniziato a intraprendere contromisure, dall’altra le falle nel sistema restano ancora tante: è quanto emerge nel primo rapporto annuale di autovalutazione da parte delle piattaforme online Google, Microsoft, Mozilla, Twitter e 7 associazioni Ue per il commercio, che nel settembre 2018 hanno firmato il codice di condotta contro la disinformazione.

Anche le elezioni europee oggetto di fake news.

A presentare il rapporto sono stati Věra Jourová, Commissario europeo per la giustizia, la tutela dei consumatori e l’uguaglianza di genere; Julian King, Commissario responsabile per l’Unione della sicurezza; Mariya Gabriel, Commissaria per l’Economia e la società digitali, che in una dichiarazione comune hanno portato alla luce le criticità. «Le elezioni per il Parlamento Europeo nel maggio 2019 non sono state esenti da disinformazione», hanno sottolineato. Ad esempio, sui temi legati alla salute le notizie false trovano quotidianamente ampia diffusione sui social. Inoltre, sottolineano ancora i Commissari, “esistono ancora sistemi di propaganda automatizzati su larga scala e c’è ancora molto lavoro da fare: non possiamo accettare [la situazione attuale] come normale“.

Nell’autovalutazione Twitter sostiene di aver promosso uno strumento che permette agli utenti di arrivare a fonti credibili quando fanno ricerche sui vaccini. Ma in Europa non è ancora attivo. L’azienda ricorda anche gli strumenti che ha messo a disposizione degli utenti per segnalare contenuti fuorvianti sulle elezioni, o per segnalare account non autentici. Eppure non ha sottoscritto alcune parti del Codice come l’articolo 7, che chiede di sviluppare indicatori di affidabilità per nuove fonti; o l’articolo 8, che impone di dare priorità a contenuti autentici e autorevoli.

Microsoft vanta invece un servizio di fact-check che aiuta a trovare i contenuti verificati. Con il servizio “Microsoft News” con oltre mille fonti di notizie in tutto il mondo, garantisce la diffusione di contenuto attendibile e con licenza. E si avvale della partnership con NewsGuard, che recensisce online siti di notizie attraverso una serie di criteri di integrità giornalistica. Ma in realtà finora questo servizio è stato applicato solo in quattro Paesi (Italia, Germania, Francia e Regno Unito).

Passando a Facebook, la società ha chiarito che i contenuti dei politici sono esentati dal programma di verifica dei fatti da parte di terze parti.

Fonte: CalabriaNews24

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