Regionali 2020, voglia di “Centro” anche in Calabria

pubblicato da Redazione
regionali 2020 calabria

Sul piano nazionale fervono le discussioni e le ipotesi per la nascita di un polo moderato di centro, di un contenitore politico che possa unire tutte quelle anime centriste, moderate, laiche e libertarie che finora hanno trovato spazio in Forza Italia quando la stessa godeva di un forte consenso ed aveva un ruolo centrale nella coalizione di centrodestra.

Oggi la situazione politica è cambiata. Il centrodestra è a trazione sovranista con la leadership incontrastata della Lega di Matteo Salvini e con un ruolo crescente di Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni. Oramai Forza Italia nella coalizione non conta più nulla e lo dimostra il fatto di come la Lega possa porre addirittura dei veti nella scelta dei candidati nelle regioni in cui per accordi raggiunti il nome spetta a Forza Italia. Ed è esattamente quello che accade in Calabria con il veo posto dalla Lega sul nome dei fratelli Mario e Roberto Occhiuto.

In tale contesto si è intensificato il dibattito sulla necessità di un partito che possa occupare uno spazio centrista ora libero. Un ruolo potrebbe averlo Italia Viva di Matteo Renzi e lo potrebbe anche avere Berlusconi se avesse il coraggio di sganciarsi dal centrodestra sovranista sollecitando un nuovo progetto politico. Vi è in verità già qualcuno che ha elaborato un documento che sancisce la nascita di un “Polo di Centro” e che riunisce tanti vecchi personaggi della vecchia Dc della Prima Repubblica. Fra questi anche Mario Tassone, deputato per una decina di legislature e segretario nazionale del nuovo Cdu.

“Nei giorni scorsi è stato sottoscritto afferma Mario Tassone – il documento con cui si dà vita al ‘Polo di centro’ con le componenti che si richiamano all’esperienza dei cristiani democratici e del popolarismo cattolico, aperto anche ai laici riformisti. È un traguardo inseguito da tempo. Un appuntamento con la storia del Paese per ricomporre vitalità disperse. Dopo 25 anni di mistificazioni, è tempo di dare un contributo alla normalizzazione del Paese. Bisogna invertire le equazioni e le tendenze laederistiche dominanti per restituire ai cittadini centralità nelle decisioni.

L’esperienza degasperiana va rivissuta nel segno dei tempi”. Il coordinamento provvisorio del “Polo di centro”  è composto da Paola Binetti, Ettore Bonalberti, Gianfranco Rotondi, Lorenzo Cesa, Mario Tassone, Renato Grassi, Peppino Gargani e Publio Fiori. Tanti nomi della vecchia Prima Repubblica e tanti nomi in politica da decine e decine di anni. Con la voglia di nuovo che soffia il forte vento dell’antipolitica è ovvio che un progetto con questi nomi non ha alcun futuro e rappresenta un passato che non può più ritornare. questo il grande limite ed il fallimento di ogni tentativo di occupare il centro.

Non possono promuovere il nuovo coloro i quali rappresentano l’antichità della politica senza negare il fatto che i valori moderati di centro sono ancora oggi validi ma, per essere credibili, gli stessi dovrebbero camminare sulle gambe dei giovani che rappresentano il futuro, mentre alcuni personaggi politici rappresentano solo il passato, anche se non lo ammetteranno mai convinti come sono di essere eterni e validi per tutte le stagioni.

La Redazione

Articoli correlati