Cosenza, due arresti per un omicidio del 1981, l’anno clou della guerra di mafia

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

Correva il 1981. L’anno nel quale si consumò il triste primato del maggior numero di morti ammazzati nell’ambito della guerra fra clan che ha insanguinato la città Bruzia, nella prima guerra di mafia che vide contrapposti il clan Pino-Sena ed il clan Perna-Pranno che entrarono in conflitto per il controllo del territorio. Era l’anno in cui a Cosenza circolavano circa 50 auto blindate, l’anno in cui venivano sequestrati giubbotti antiproiettile superleggeri ed armi, per quel tempo, sofisticatissime, mentre il numero degli organici della Polizia di Stato era quello identico al 1965. Ed in quell’anno si registrò il maggior numero di omicidi nella città di Cosenza, ben diciannove. Un triste rosario di morti ammazzati. Era anche l’anno in cui a Napoli gli omicidi furono oltre 200 nella guerra fra cutoliani della Nco e la Nuova Famiglia di Michele Zazà detto “O Pazzo”, era anche l’anno degli omicidi a Palermo dove si registrò l’ascesa degli uomini di Totò Riina alla conquista di Palermo e gli anni della guerra fra le consorterie che comandavano a Reggio Calabria. E fra i tanti omicidi che si registrarono a Cosenza nel 1981 anche quello del 18 novembre in cui cadde l’imprenditore cosentino Santo Nigro. Ed in merito all’omicidio di Santo Nigro, dopo quasi 40 anni la Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha emanato un mandato di carcerazione per Mario Pranno, 69 anni, e Francesco Cicero, 59 anni, ai tempi del delitto giovani ventenni. Il movente del delitto per la Dia è stato quello di impartire una lezione al commerciante perché si era rifiutato di pagare il pizzo, con l’intenzione di non ucciderlo, bensì solo di ferirlo. Ma il commando invece lo uccide e ferisce anche il giovane figlio. L’esecutore materiale del delitto è Aldo Acri, collaboratore di giustizia, che è parte di tutta quella schiera di pentiti, cosiddetti della prima guerra di mafia, che hanno ricostruito quegli anni turbolenti. Basti pensare a pentiti del calibro di Roberto Pagano, Francesco Saverio Vitelli, Francesco Tedesco e Franco Garofalo. Con le loro dichiarazioni la Direzione Investigativa Antimafia, nonostante siano trascorsi tantissimi anni, hanno potuto richiedere la misura cautelare accolta dal gip distrettuale. Ed il 1981 segnò senza dubbio alcuno l’anno dell’apice del romanzo criminale cosentino. Tanti gli episodi registrati in quell’anno fatidico. Basti solo accennare l’arresto avvenuto a Napoli il 3 settembre del 1981 del boss dagli occhi di ghiaccio, Franco Pino, che allora aveva solo 29 anni, durante un summit con importanti esponenti della Nco cutoliana. E non furono pochi gli episodi di mafia nei quali killer cutoliani giungevano a Cosenza per eseguire omicidi e killer cosentini che andavano a firmare le condanne di morte a Napoli. Non per nulla i killer che uccisero l’anno dopo, il 21 giugno 1982, il noto penalista cosentino, l’avvocato Silvio Sesti, giunsero da Napoli. Uno degli omicidi eccellenti del romanzo criminale cosentino.
Redazione

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