Roberto, il medico di Cosenza “eroe” in Eritrea

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio
Eritrea

Roberto Pititto è un medico, ha 63 anni, una famiglia e due figli. Vive a Paola, in provincia di Cosenza e lavora al Centro di dialisi dell’Asp locale. In Eritrea Roberto è considerato un eroe dalle autorità sanitarie, perché in 15 anni di attività volontaria ha salvato migliaia di pazienti e ricevuto un riconoscimento dal ministro della Salute e dall’Ambasciatore italiano per aver esportato la cura salva-vita della dialisi in Eritrea, dove prima le persone morivano per insufficienza renale.

Roberto è uno dei fondatori dell’Associazione Medici Volontari (As.Me.V.) della Calabria che, con il sostegno di Consulcesi Onlus, ha contribuito a costruire due centri dialisi attivi: l’Orotta Hospital e il Sembel Hospital.
Nel 2005 l’As.Me.V. Calabria entra in contatto con il ministro della Salute locale. In Eritrea non esistevano centri di dialisi e le persone morivano oppure erano costrette ad emigrare in altri Paesi. Da quel primo incontro nasce il programma di aiuto per istituire la dialisi pubblica e gratuita e trasportare i primi macchinari, che grazie agli aiuti umanitari come Consulcesi Onlus, diventano nel tempo più strutturati. Ma non solo macchine, il progetto portato avanti dal dottor Pititto e da un intero team guidato dallo specialista in apparecchiature per emodialisi, Francesco Zappone, ha previsto un programma di formazione che ha formato decine di medici e infermieri locali.

Roberto, almeno tre volte all’anno, vola in Eritrea, spesso a sue spese, per portare avanti il progetto umanitario. L’intera famiglia è coinvolta nei viaggi. La moglie, logopedista, lo accompagna per dare una mano e in più, sostiene anche il reparto di neuropsichiatria infantile con le sue competenze.

“Gli africani mi insegnano a vivere il presente senza preoccupazioni del futuro, sorridono più di noi anche se vivono in condizioni di estremo disagio- dice il dottore- L’Africa mi ha dato più di quello che ci ho messo io, in Eritrea ci sono andato a ‘guadagnare’ in termini di rapporti umani, per la soddisfazione delle vite salvate e per la gioia di avere potuto dare conoscenza”.

Grazie al suo lavoro di medico volontario, Pititto ha contributo a generare un piccolo fenomeno di migrazione al contrario. Come Abasi, il ragazzo eritreo volato a Milano per poter curare la sua insufficienza renale, che è ritornato a vivere nel suo paese perchè ora il centro di dialisi aperto dal medico può sostenere le sue cure.

Fonte: Dire

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