Manovra, le donne dello sport diventano professioniste

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio
donne sport

“Si tratta di un risultato importantissimo! Da molto tempo ci battevamo perché le donne nello sport fossero equiparate agli uomini. Grazie ad un emendamento della maggioranza le nostre atlete diventano professioniste. Nella tutela contrattuale e contributiva. Un risultato che fa giustizia”. Così in una nota la senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini.

“Da gennaio 2020 e fino al 2022 le società sportive che stipulano contratti di lavoro con le atlete avranno la possibilità di un esonero totale dal pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali fino al limite massimo di 8mila euro l’anno. Quante atlete vivono lo sport ad alto e altissimo livello come una vera professione a tempo pieno? E, oggettivamente, danno all’Italia risultati eccezionali? Ora finalmente – conclude la senatrice- possono immaginare che i loro sacrifici siano giustamente retribuiti senza scorciatoie ed infingimenti. Un passo in avanti di civiltà”.

Anche il CONI Calabria esprime grande apprezzamento per la notizia.

In una nota si legge: “Iniziamo dal passato, iniziamo proprio dalla legge vetusta 91/1981, opprimente per tutte le atlete professioniste nella vita, nello sport e per il pubblico ma dilettanti per lo Stato. Soffermiamoci sulla notizia: l’emendamento del Senatore Tommaso Nannicini (PD), primo firmatario e l’approvazione della Commissione di Bilancio in Senato dell’estensione alle donne delle tutele previste dalla legge 91 sulle prestazioni di lavoro sportivo, oltre l’esonero contributivo per tre anni (entro un limite di 8 mila euro) per le società che proporranno alle atlete i nuovi contratti da professioniste. Analizziamo adesso gli scenari futuri perché sarebbe impopolare un comportamento ostruzionistico da parte delle singole Federazioni sportive, non deliberare in consiglio per le loro tesserate lo status giuridico.

Qui dovremmo riflettere. Con il 2020 alle porte, infatti, è passato tanto prima che lo Stato si svegliasse, prima che lo Stato desse ascolto alla voce assordante dello Sport femminile che da tempo pretendeva giustizia. Quello sport e quella sfera femminile che non solo nelle attività pratiche di natura prettamente sportiva ma anche in ambito dirigenziale ha da sempre manifestato professionalità, rigore e disciplina, esempio talvolta per gli uomini di sport.

Una meravigliosa conferma anche in termini di partecipazione a carattere regionale, potendo analizzare i dati della popolazione femminile in tutte le iniziative portate avanti dalla Scuola Regionale dello Sport Calabria e dal Comitato Regionale CONI Calabria.

Esempio lampante è stato il convegno dal titolo Donne e Sport – una discriminazione mai sconfitta – prospettive di riforma per un cambiamento, organizzato dal CONI Calabria con la partecipazione attiva del Consiglio Regionale della Calabria e la Commissione Regionale per l’eguaglianza dei diritti e delle pari opportunità fra uomo e donna presieduta dalla dott.ssa Cinzia Nava, del Dipartimento di Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane e degli Ordini professionali degli Avvocati e Architetti di Reggio Calabria.

Una vera parità che avrebbe meritato attenzioni tempo addietro, una parità che arriva ma una parità ancora da raggiungere, con coesione e unità d’intenti dalla singola società sportiva, dalla federazione a carattere provinciale e regionale al territorio, per arrivare così a una vera Nazione unità sotto il tricolore. W lo Sport, W la Calabria, W l’Italia”.

Fonte: Calabria News 24

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