Cosenza, da tre anni due container accolgono i senzatetto italiani e stranieri

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

Anche per questo inverno sono aperti e operativi e pronti ad accogliere, tutti i giorni, clochard, uomini, donne e bambini, italiani e stranieri, i due dignitosi container della Protezione Civile calabrese che oltre tre anni fa, il 28 ottobre 2016, su iniziativa del leader del Movimento Diritti Civili ed (ex) delegato della Presidenza della Regione per la tutela e la promozione dei diritti umani, Franco Corbelli, sono stati (in una giornata di pioggia) portati a Cosenza e installati, in via degli Stadi, nell’area ex Afor, oggi Calabria Verde. Un “piccolo, grande miracolo” reso possibile grazie al sostegno della Regione Calabria, del Presidente Mario Oliverio, del suo Capo di Gabinetto, Gaetano Pignanelli, del Dirigente regionale della Protezione Civile, Carlo Tansi, e, oggi, anche dell’attuale Commissario di Calabria Verde, generale Aloisio Mariggio’, che hanno subito sostenuto l’iniziativa di Corbelli. Il sogno di Padre Fedele, dei suoi due storici collaboratori, Teresa Boero e Giovanni Valentino, e di Diritti Civili, di dare un tetto dignitoso(anche se provvisorio), ai poveri e senzatetto, continua. E a loro oggi, a quelli che vivono ancora in strada, mentre inizia la stagione invernale, Corbelli rivolge un accorato appello, invitandoli, “a lasciare la strada e ad accettare l’ospitalità nei due container, luogo di accoglienza, di reale inclusione, dove migranti del mondo, extracomunitari, nostri concittadini e connazionali (oggi insieme a nostri concittadini, vi sono bulgari, romeni, africani…) convivono dignitosamente aiutandosi reciprocamente. Quei due container sono la vera casa di accoglienza del Signore sempre aperta a tutti i poveri del mondo”. Al frate missionario e ai suoi due storici collaboratori, Teresa Boero e Giovanni Valentino, il leader di Diritti Civili ha voluto subito, tre anni fa, affidare la completa gestione dei due container. I primi mesi a sorvegliare la notte le due strutture, ad assistere i clochard che avevano bisogno, era stato messo anche un custode che aveva pagato Corbelli con la sua indennità regionale, così come quando si sono dovuti effettuare alcuni lavori di riparazione che Corbelli e Padre Fedele hanno personalmente sostenuto economicamente. I due container, in questi tre anni, sono sempre, ogni giorno, rimasti aperti e operativi, anche durante l’estate con all’interno un servizio di aria condizionata. Così come adesso per l’inverno hanno di nuovo (gratuitamente) i riscaldamenti, due televisori e bagni annessi. “In oltre 25 anni, con Diritti Civili, ho fatto mille importanti battaglie civili e grandi iniziative umanitarie, nazionali e internazionali, questa dei container è sicuramente una delle conquiste più belle, a cui sono e resterò sempre particolarmente affezionato. Dare un tetto ai clochard. Una promessa che avevo fatto a Padre Fedele e ai suoi due angeli custodi , Teresa e Giovanni, che sono contento di aver potuto mantenere, afferma Corbelli. Una iniziativa di solidarietà, accoglienza e di grande civiltà che ha scongiurato in questi tre anni che a Cosenza si verificasse qualche tragedia, con la morte per il freddo e il gelo di qualche clochard, come è purtroppo invece avvenuto in tante importanti e civili grandi città italiane, dal Nord al Sud. A Cosenza (prima, e oggi tra le pochissime se non addirittura ancora unica, città d’Italia ad aver utilizzato dei container per ospitare i senzatetto!) questi drammi sono stati, grazie a Dio, evitati. I clochard sono stati tolti dalla strada, da sotto i ponti, dalla panchine dove vivevano in condizioni disumane e allucinanti. Tante le storie di grande umanità(alcune purtroppo anche triste, di chi si è spento serenamente in quella umile e dignitosa casa di Dio) che si sono vissute in quei due container, in questi due anni. Solo chi si è rifiutato e non ha voluto(soltanto pochi, per fortuna) non ha trovato riparo nei due container. Per il resto in quei due container c’è stato e ci sarà sempre posto per i poveri e i senzatetto, che nessuno vuole ospitare”.

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