La doppia morale nel PD calabrese. Ecco chi paga e chi no le quote dovute al Partito

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

Una nuova bufera sta investendo il PD calabrese. Si tratta di una vera è propria questione morale che emerge dal comportamento di una parte di rappresentanti istituzionali eletti nel Consiglio Regionale che non perdono occasione per picconare con la loro credibilità e correttezza anche l’immagine del partito a cui appartengono e di cui sono, o meglio dovrebbero essere, rappresentanti. Dalla pubblicazione dei resoconti sui versamenti delle quote che i Consiglieri regionali PD avrebbero dovuto mensilmente effettuare nei confronti del Partito, viene fuori che solo pochi hanno rispettato questo impegno, morale prima ancora che politico, tra l’altro sancito da una norma precisa dello Statuto Pd. Nella legislatura conclusa con le elezioni del 26 gennaio scorso, i cui dati sono pubblicati nella tabella allegata, solo pochi hanno avuto la sensibilità ed hanno sentito il dovere di contribuire a sostenere finanziariamente il loro Partito di appartenenza. Per altri invece “passatu lu Santu, passata la festa”: una volta eletti, nel silenzio di chi avrebbe dovuto richiamarli al rispetto delle regole e dell’etica, hanno preferito girare le spalle a tanti iscritti, militanti ed elettori che con il loro impegno disinteressato sostengono nei comuni e sui territori l’attività politica e le iniziative del Partito facendosi carico, spesso con sacrifici e senza nulla pretendere, di costi ed oneri finanziari aggiuntivi all’impegno ed al tempo dedicato per affermare la presenza della loro organizzazione politica. Tra quelli che hanno versato puntualmente la quota ci sono l’ex Presidente Mario Oliverio, l’ex Consigliere Regionale di Vibo  Michele Mirabello, l’ex capogruppo Sebi Romeo fino ad agosto periodo in cui è stato sospeso da Consigliere Regionale a seguito di un provvedimento della Autorità Giudiziaria. Altri, come si può evincere hanno versato parzialmente o saltuariamente. . . magari cercando di mettersi in regola in prossimità di una ambita ricandidatura alle elezioni di gennaio scorso (un articolo dello Statuto prevede, infatti, l’incandidabilità per coloro che non hanno versato le quote stabilite). Altri (vedi il cons. Guccione) non hanno mai versato un solo euro trattenendo nelle proprie tasche e sottraendo alle casse del PD,  somme importanti per decine di migliaia di Euro. Basta leggere la tabella allegata, che è stata pubblicata in queste ore da altri organi di informazione, per rendersi conto che nel PD calabrese vige una doppia morale odiosa ed inammissibile soprattutto per chi della correttezza e del rispetto delle regole dovrebbe farne motivo di coerenza per rendere credibile la propria funzione di rappresentanza istituzionale e popolare. L’etica ed i principi morali sono valori irrinunciabili per una forza collettiva che ispira la sua ragion d’essere e la sua funzione all’affermazione della giustizia sociale e della solidarietà, della legalità e del rispetto della pegrsona. Anche e soprattutto in una fase di crisi, transigere e deflagrare da questi valori significa essere votati al degrado ed essere travolti dalla sfiducia.

Riceviamo e pubblichiamo

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