Regione Calabria, dal 2000 il mito degli assessori tecnici esterni

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio
assessori tecnici esterni

Dalle elezioni regionali del 2000, sono trascorsi due decenni, con l’elezione diretta del Presidente della Regione, la nomina degli assessori è prerogativa esclusiva del Presidente stesso e da allora in tanti sono stati gli assessori “tecnici” o “esterni” che hanno calcato il palcoscenico della gestione del governo regionale con il potere non indifferente che è rappresentato dall’assessorato.

Il primo Presidente eletto con il sistema dell’elezione diretta fu Giuseppe Chiaravalloti, valente magistrato e voluto da Forza Italia. Francamente la sua Presidenza non ha brillato granché ed il Presidente Chiaravalloti si avvalse del suo potere per nominare nelle varie giunte che si sono succedute nei suoi cinque anni di governo. Molti gli illustri tecnici esterni, da Aurelio Misiti, massimo burocrate dei Lavori Pubblici al Ministero, Massimo Bagarani, nome illustre nel mondo dei bilanci, Giovanni Filocamo, altro nome illustre del mondo della sanità, Paolo Bonaccorsi cattedratico proveniente dalla Toscana. E chi non ricorda il blasonato Emmanuele Francesco Maria Emanuele, Presidente della Fondazione del Banco di Roma, pupillo della famiglia reale dei Savoia, o Mario Lucifero, noto imprenditore. Anche con la giunta Loiero, eletto nel 2005 non mancarono gli esterni di peso da Vincenzo Spaziante, imprenditore, al docente universitario Domenico Cerzosimo che fu anche vicepresidente.

Anche con Scopelliti Presidente dal 2010 al 2014 non mancarono gli esterni come l’imprenditrice Antonella Stasi o come il docente universitario Mario Caligiuri. Ancora più nutrita la schiera degli esterni con il Presidente Mario Oliverio che ad un cento punto formò l’intera giunta con soli esterni.

Ad onor del vero nonostante i personaggi che hanno avuto il ruolo di assessori in Calabria non è cambiato mai nulla ed ogni giunta è stata come quella precedente, se non addirittura peggio. Nessuno degli illustri nomi “tecnici” ha lasciato il segno o ha inciso in modo concreto si una Regione che non riesce in alcun modo a decollare. E continua il dibattito se a governare debba essere il politico che prende i voti e conosce il territorio o un illustre “tecnico” che, spesso non conoscendo il territorio e le particolarità di una terra difficilissima come la Calabria, non riesce poi a integrarsi e a determinare reali cambiamenti. Spesso nomi illustri, grande attese, tante promesse, tanti annunci e poi, nei fatti, clamorosi flop.

Speriamo che nella nuova era a giuda Jole Santelli non sia così e che si possa, anche grazie all’apporto di tecnici esperti di rilievo, davvero invertire la rotta per una auspicata ripresa attesa da fin tropi anni da tutti i calabresi.

Redazione

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