M5S, faida in corso, Parentela e Aiello auspicano provvedimenti per Nicola Morra

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio
nicola morra

Che il Movimento 5 Stelle abbia rappresentato per i calabresi una grande speranza di cambiamento nel lontano marzo del 2018, quando addirittura vennero eletti ben 19 parlamentari su trentuno, non vi è ombra di dubbio. Ma, in egual modo, non vi è ombra di dubbio di come sia stata cocente per gli stessi calabresi la delusione di un Movimento che, a distanza, di quasi due anni, per la Calabria non ha prodotto nulla di nulla e che continua a sfaldarsi e a dividersi al suo interno con uno spettacolo penoso che ha portato il pentimento di molti di coloro i quali nel 2018 li votarono. E tale affermazione è dimostrata dal fatto che dal 43% del 2018 si è passati al 7,2% delle regionali di domenica scorsa.

E basti pensare che neanche il senatore Nicola Morra, Presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, ha votato la lista regionale dei pentestallati, per come lo stesso Morra ha candidamente dichiarato.

Ma tale affermazione, e non poteva essere altrimenti, ha suscitato ampie polemiche all’interno dello stesso movimento grillino. “È grave quanto dichiarato da Nicola Morra. Il nostro statuto parla chiaro in merito a chi danneggia il Movimento dall’interno. I vertici dovrebbero riflettere su questo”. Ad affermare ciò nell’ambito di una intervista radiofonica su Radio Radicale è il deputato Paolo Parentela, coordinatore della campagna elettorale dei 5 stelle in Calabria. “Non condivido quello che ha fatto Nicola Morra né le dichiarazioni che ha fatto oggi. È grave che un portavoce del Movimento non sostenga il Movimento stesso. Sicuramente sono stati fatti degli errori, ma si continua a lottare insieme sul territorio, non si prendono le distanze in questo modo. Morra ha danneggiato dall’interno del Movimento. Non sta a me dire quali provvedimenti dovrebbero essere assunti nei suoi confronti, ma osservo che è grave che un portavoce non solo non dia una mano, ma addirittura dichiari di non aver votato. È grave innanzitutto verso gli attivisti che si sono impegnati, che ci hanno messo la faccia per rivendicare diritti e servizi a favore dei calabresi”.

Sulla vicenda ha detto la sua anche il candidato Governatore non eletto per non aver superato uno sbarramento dell’8% fin troppo alto e palesamene incostituzionale, Francesco Aiello, che, scrivendo un post sul suo profilo facebook, ha sostenuto che: “Se un giocatore rinuncia a giocare (per esempio, passeggia in campo, sta fermo a centrocampo o sulla linea di fondo campo e guarda i sudori degli altri)  l’allenatore lo mette in panchina, poi in tribuna e, in seguito, la società lo cede ad un’altra squadra. A volte le cessioni sono senza corrispettivo, perché in tutti i mercati conta il valore reale della merce che si scambia. Esiste un’altra soluzione: appendere le scarpe al chiodo”. Un nuovo capitolo della guerra in corso nei pentastellati. Con buona pace per chi aveva creduto nella possibilità di una nuova politica e di una vera e pacifica rivoluzione e a un vero cambiamento.

Redazione

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