Il veto sui fratelli Occhiuto, caso unico nella storia della politica

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

Le dinamiche della politica riservano sempre delle sorprese e non sono di facile interpretazione. Per chi studia l’evoluzione della stessa e ne segue le vicende quello che si è consumato nella Villa ad Arcore di Silvio Berlusconi alla presenza del padrone di casa, di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni in  merito alle prossime regionali del 26 gennaio ne rappresenta un “unicum” da studiare e da preservare quale elemento di riflessione e quale segnale della decadenza dell’agire politico. Nella storia della Prima Repubblica che un partito alleato potesse porre dei veti su un altro partito era, ovviamente, inconcepibile. Ma anche nella storia della Seconda Repubblica non vi è traccia di un simile episodio. Un vero leader è colui il quale protegge e difende i propri uomini sino alla fine ed il cedimento di Silvio Berlusconi nei confronti del veto posto nei confronti del Sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, è la dimostrazione chiara e limpida che oramai Silvio Berlusconi è solo l’ombra di se stesso. Sono finiti i tempi del berlusconismo. Una fine ingloriosa e poco edificante ridotto ad essere il servo sciocco ed il cameriere di Matteo Salvini. Un ex leader che non riesce ad imporsi neanche in casa sua e non solo nel senso della Villa di Arcore. Ma l’elemento di ulteriore novità è rappresentato anche da una primizia assoluta. Il trasferimento del veto motivato da ragioni farlocche e pretestuose come quella del dissesto al Comune di Cosenza e le vicende giudiziarie in corso che coinvolgono Mario Occhiuto, addirittura la fratello Roberto. Altro che giustizialismo, siamo addirittura al giustizialismo familiare. Le presunte colpe di un fratello trasferite anche all’altro fratello. Una assurdità sul piano logico, morale ed etico che rimarrà negli annali delle facezie e delle assurdità della politica che solo l’epoca di decadenza di oggi e solo la mediocrità dei leader di oggi poteva partorire. Ai tempi di Bettino Craxi, Giulio Andreotti, Ciriaco De Mita e tanti, tanti altri sarebbe stato impossibile solo pensarlo. Ma la debolezza di Silvio Berlusconi in questa incredibile vicenda è e sarà il vero inizio della fine del Berlusconismo e di Forza Italia. Chi potrà mai più fidarsi di un uomo che non difende i suoi uomini e che si sottomette a veti assurdi ed ingiustificati. Con questa vicenda si chiude l’epoca di Silvio Berlusconi.
Gianfranco Bonofiglio

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