“Callipo rinnovamento, Olivetti della Calabria? Commissario PD sprovveduto”

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio
callipo olivetti calabria

Le dichiarazioni di Stefano Graziano sono altra legna al fuoco della polemica scoppiata in casa PD.

Tra le tante telefonate e conversazioni in foga in questi giorni, la nostra redazione ha intercettato la delusione di un dirigente del partito di Catanzaro che aveva condiviso la richiesta del passo indietro, avanzata dal Nazareno a Mario Oliverio. Il nostro interlocutore – che preferisce l’anonimato – rimprovera al commissario del PD calabrese di avere riportato le lancette indietro di almeno dieci anni.

“Altro che candidatura di rinnovamento. Il PD, il nodo Callipo lo aveva sciolto alle elezioni del 2010. Nonostante fosse appoggiato da una fronda girotondina, capeggiata da Luigi De Magistris, a lui fu preferita, già allora, la riconferma del presidente della giunta uscente, Agazio Loiero. Sarebbe il caso proprio di dire – ha commentato – che spesso la tragedia si ripresenta sotto forma di farsa”.

“C’è ancora più sprovvedutezza – afferma nel continuare nella sua esternazione – quando Stefano Graziano si lancia nell’azzardo della similitudine tra Callipo e Olivetti. Già allora – ricorda – fu portentosa la polemica intorno al fatto che Callipo aveva drenato una enorme quantità di fondi pubblici per la sua azienda, alcuni milioni di euro se li era, addirittura, egli stesso autoassegnati da ”Vibo Sviluppo’, che a quel tempo gestiva le risorse finalizzate al patto territoriale del vibonese. Da lì fu coniato il termine di prenditore come succedaneo di imprenditore”.

La memoria del nostro interlocutore si riporta, poi, alla virulenta vis polemica delle organizzazioni sindacali, che in quel periodo erano fortemente mobilitati contro “il padrone Callipo”.

Emblematica fu la vicenda della Ecocall, una delle aziende del gruppo del re del tonno. È ancora vivo il ricordo di una forte vertenzialiatà contro il licenziamento di un lavoratore a cui si contestava la colpa di rivendicare i diritti sanciti dal contratto di lavoro. Una vicenda che, oltretutto, vide soccombere Callipo per ben due volte davanti al giudice del lavoro.

“Il commissario del PD mandato da Roma – ha tenuto a precisare – non poteva inciampare in un infortunio più grossolano nel definire Callipo “l’Olivetti della Calabria”. Tutto ciò accadeva dieci anni addietro. L’esito elettorale di quella vicenda è noto a tutti : la candidatura di Callipo, sostenuta da ‘Italia dei Valori’ e dalla lista’ Resto in Calabria’, fu divisiva e generò la sconfitta del centrosinistra del tempo.

Poi le tappe elettorali del 2014 e del 2018, ancora Callipo in campo, sempre in avversione al centrosinistra, ma questa volta, in entrambi i passaggi elettorali, l’ex presidente di confindustria si schiera a sostegno della leader di ‘Fratelli d’Italia’, Wanda Ferro e di suo nipote Mangialavori, tutt’ora parlamentare di Forza Italia”.

Sorprendente la chiosa conclusiva del deluso piddino: “vorrei chiedere a Stefano Graziano qual’è la novità. Forse quella di volere, dieci anni dopo, sancire la divisione e la sconfitta del centrosinistra con il sostegno del PD a Callipo? Sarà per lui un merito quello che, nel frattempo, è stato oggetto della attenzione di qualche pentito di mafia o di essere stato rinviato a giudizio per omicidio colposo, con connesso reato di violazione delle norme sulla sicurezza del lavoro?”

E la domanda non può non essere girata da parte nostra a Nicola Zingaretti, che in questo week end sarà al fianco di Callipo a Lamezia Terme per la sua prima uscita elettorale.

Redazione

Articoli correlati