Regionali 2020, Nino De Masi, vittima di ‘ndrangheta, “Si discuta di programmi e non di nomi”

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

A due mesi dalle elezioni e ad un mese dalla presentazione delle liste in Calabria il mondo della politica naviga ancora a mare aperto ed il caos regna sovrano. A riprova di come la “Colonia” Calabria sia una palla al piede per i big nazionali e sia distante anni luce dalle altre Regioni dove le candidature sono già definite e dove la campagna elettorale è in corso da tempo. E su questa ennesima umiliazione destinata al popolo calabro sempre silente e succube interviene con il solito coraggio e la solita schiettezza l’imprenditore Nino De Masi, vittima di ‘ndrangheta, che lancia un accorato appello ai calabresi. “Vige ancora un grande clima di incertezza – afferma Nino De Masi – in cui i diversi partiti e movimenti politici ipotizzano candidature aleatorie senza aprire una seria riflessione sulle drammatiche condizioni della nostra terra. Il mio è un appello quasi disperato rivolto a tutti i calabresi onesti, a tutti i rappresentanti della politica perbene, quelli che hanno davvero a cuore il bene comune, agli imprenditori e soprattutto ai tanti giovani pieni di speranze e di sogni, ma costretti a scappare: mai come in questo momento dimostriamo di essere cittadini in grado di poter essere protagonisti e costruttori del nostro domani. Confesso di essere molto preoccupato ed in parte deluso da quanto apprendo dai media. In Calabria, al Sud, a due mesi dall’appuntamento elettorale per il rinnovo della Presidenza e della Giunta Regionale, vige ancora un grande clima di incertezza in cui i diversi partiti e movimenti politici ipotizzano candidature aleatorie senza aprire una seria riflessione sulle drammatiche condizioni della nostra terra, che soffre una crisi senza precedenti dal punto di vista etico, economico e sociale. Da cittadino e imprenditore calabrese fatico ad avere certezze, speranze e a vedere un futuro migliore in tale scenario”. “Soffro nel constatare che ancora oggi, nonostante mille ferite e mille fallimenti che ci portiamo dietro, i ragionamenti continuano a farsi non sui programmi e su come attuarli ma su architetture politiche lontanissime dal pensiero comune e dai bisogni di questa nostra terra. La Calabria sta lentamente morendo a causa della rassegnazione dei molti che anziché lottare preferiscono andare via o non andare a votare. Alziamo gli elmetti del coraggio, rimettiamo al centro, in un confronto vero – conclude l’imprenditore vittima di ‘ndrangheta – di condivisione e di proposte, i temi essenziali che stanno alla base della società civile: legalità, lavoro, diritto ai servizi pubblici nei nostri territori, diritto alla salute, all’istruzione e alla formazione qualificata, lo sviluppo sostenibile. Mai come in questo momento è necessario individuare nella società civile, uomini e donne veramente libere che possano accorrere con coscienza al capezzale della morente Calabria”.
Redazione

Articoli correlati