Nel PD è guerra aperta fra i vertici romani e il territorio

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

A Nicola Oddati che oggi pomeriggio aveva diffuso una nota dicendo che “Lo scorso sette agosto il commissario del partito democratico calabrese ha convocato una riunione di tutti gli eletti (parlamentari, consiglieri regionali, il presidente della provincia di Cosenza, il sindaco di Reggio Calabria) e dei cinque segretari di federazione. In quella riunione, introdotta da Stefano Graziano e conclusa da me a nome dell’intera segreteria nazionale, abbiamo formalmente comunicato al presidente Oliverio e a tutti i presenti, la decisione sella segreteria nazionale di non ricandidare Oliverio a presidente della regione. La nota con la quale il segretario della federazione di Cosenza candida Oliverio è dunque da ritenersi incompatibile e in aperto contrasto con la scelta assunta dal commissario regionale e dalla segreteria nazionale. Nei prossimi giorni sarà riconvocata una riunione per fare il punto della situazione in merito alla nuova candidatura a presidente, alla formazione della coalizione e delle liste”. Risponde a stretto giro Luigi Guglielmelli: è grave che Oddati volutamente riduca un documento approvato, con votazione formale, dal massimo organismo di direzione politica della Federazione provinciale del PD di Cosenza, ad una individuale presa di posizione del sottoscritto. È evidente che il suo è un tentativo non solo di minimizzare ma di soffocare ed abiurare un pronunciamento di un organismo legittimamente eletto dal congresso provinciale che esprime un netto dissenso sulla proposta della Segreteria nazionale. Mi sarei aspettato da Oddati una richiesta di convocazione di questo organismo affinché lui o comunque altri rappresentanti della Segreteria nazionale potessero confrontarsi nel merito delle questioni sollevate nel documento.
Non sta scritto da nessuna parte che in un partito commissariato non sia legittimo il dibattito e la libera espressione delle posizioni politiche degli iscritti, dei circoli o degli organismi di direzione politica dei livelli organizzativi non commissariati, anzi responsabilità e buon senso consiglierebbero, in particolare in questa  fase delicata della vita del partito a livello nazionale, il massimo della partecipazione e del coinvolgimento dei territori. Oltretutto facendo riferimento alla riunione del 7 agosto Oddati omette di riferire che la maggioranza degli intervenuti propose in quella sede la celebrazione delle primarie per selezionare il nostro candidato Presidente. È poi sconvolgente che  a pochi giorni di distanza dalla presentazione delle liste, la Segreteria nazionale del partito possa ancora brancolare nel buio nel definire la coalizione elettorale che intende promuovere il partito democratico. Tutto ciò è ancor più inaccettabile dal momento che con un atteggiamento di inspiegabile autosufficienza e cecità politica si insiste a non riconoscere l’alleanza elettorale di centrosinistra che è l’unica già in campo da tempo e che è fortemente impegnata a discutere, oltre i nominalismi, i contenuti del nuovo programma di governo. È assurdo che la Segreteria nazionale continui ad esprimersi solo con il veto su Oliverio e senza tra l’altro avanzare alcuna proposta di candidatura alternativa.
Stupisce, infine, che Oddati con la dichiarazione odierna smentisca l’impegno che la delegazione della Segreteria nazionale ha assunto, pochi giorni fa, quando ha incontrato al Nazareno i rappresentanti dei circoli della Calabria che si sono recati a Roma per consegnare la petizione firmata da migliaia di iscritti al PD calabrese che invocano confronto e partecipazione e rifiutano diktat autoritari e scelte verticistiche da imporre ai territori.

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