Cosenza, presentato il libro di Michele Drosi “Mario Oliverio – La sfida riformista di un Presidente scomodo”

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

Nel bellissimo scenario del Salone degli specchi della Provincia di Cosenza, gremitissima in ogni parte, è stato presentato l’interessante libro scritto dal giornalista Michele Drosi, “Mario Oliverio – La sfida riformista di un Presidente scomodo”, con la prefazione di Luigi Maria Lombardi Satriani. Un libro che racconta anche la storia politica e personale di Mario Oliverio che ,inizia giovanissimo, nella sua San Giovanni in Fiore, la sua passione per la militanza politica. “Con Mario Oliverio si insedia alla guida della Regione – scrive Michele Drosi – un riformista pragmatico, capace di mettere in campo, come già aveva dimostrato nelle precedenti esperienze di governo, un’indole realizzatrice, per cui la politica non è soltanto analisi ed elaborazione concettuale, e tantomeno pomposa retorica propagandistica, ma, e soprattutto, l’agire per conseguire un risultato concreto ed incisivo nel tessuto della società nella quale si opera”. A moderare il dibattito Giuseppe Soluri, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Calabria. intenso il dibattito con gli interventi, tutti di notevole spessore, del Rettore dell’Unical, Gino Mirocle Crisci, della dirigente scolastica del “Lucrezia della Valle”, Loredana Giannicola, del Vicepresidente della Giunta Regionale, Francesco Russo e dell’Europarlamentare, Andrea Cozzolino. Molto atteso e seguito l’intervento del protagonista della serata, Mario Oliverio. “Se non ci fosse in gioco il futuro di questa terra, se non ci fossero presenze e gruppi di potere che vogliono la sua involuzione, non avrei esitato a tirarmi indietro. E non perché me lo imponeva Zingaretti. Sono “scomodo” perché in questi anni – ha affermato il Governatore Oliverio – ho rotto le consuetudini della gestione del potere in Calabria. Ringrazio Michele Drosi perché questo libro è un’operazione verità e perché offre ai lettori una griglia di quello che abbiamo fatto in questi anni. Nel 2014 la Regione era una palude. Siamo partiti con gli stivali nel fango. Abbiamo lavorato molto e realizzato tanto. Oggi nella sede della Regione non ci sono più le segreterie politiche attorno agli assessorati. Quella stagione è finita. Abbiamo chiuso 19 partecipate e fondazioni come Calabria Etica, Calabresi nel mondo e Field, che creavano solo spreco di denaro pubblico e clientele. Abbiamo eliminato il rapporto malato tra politica e università. Abbiamo messo in discussione nicchie di potere consolidato e, per questo, abbiamo il dovere di proseguire il cammino intrapreso”. “Le alleanze si decidono sui territori. Chi pensa di utilizzare la Calabria – ha concluso Mario Oliverio – come merce di scambio politico ha una grave responsabilità. Questa attesa creata sul voto in Umbria è la chiara espressione di una visione distorta, di una statura politica al di sotto di quella che meritano i cittadini. Cosa c’entra l’Umbria con la Calabria e col governo nazionale?”.
Redazione

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