Regionali: il M5S in stato confusionale e sempre più diviso

pubblicato da Gianfranco Bonofiglio

E’ proprio vero che un conto è la protesta ed un conto è la gestione del potere. Sono passati dieci anni da quando è nato il Movimento 5 Stelle, movimento di piazza nato per cambiare il sistema, per essere altro rispetto ai partiti. Ma in dieci anni si cambia, e come si cambia. Infatti il Movimento 5 Stelle oggi non è altro che una copia dei soliti partiti che i pentastellati hanno sempre criticato. Un partito diviso, un partito con più anime, come nei vecchi partiti. A livello nazionale il capo politico, Luigi Di Maio, vorrebbe imporre per le prossime regionali l’alleanza con il Pd con un candidato “civico” a Governatore, da una parte un nutrito gruppo di parlamentari che non vuole alcun patto con il Pd e dall’altro, dulcis in fundo, la deputata Dalila Nesci che insiste con la sua autocandidatura a Governatore. Uno scenario tipico dei partiti di un tempo. Uno scenario tipico dei partiti che i pentastellati dicevano, a parole, di voler combattere.  E come se tutto ciò non bastasse si registrano anche prese di posizioni da parte di circa un centinaio di attivisti attivisti di “#noalleanze”, che nei giorni scorsi hanno firmato un documento con il quale  vengono auspicate “graticole e voto online per tutti i candidati del M5S alla prossime elezioni regionali calabresi”, oltre a contestare i nomi di Laghi e Callipo quali possibili candidati a Governatore fatti dai parlamentari ai quali si è aggiunto anche il nome di Pino Masciari, testimone di giustizia. Un caos indescrivibile di un partito che vanta ben 17 parlamentari sui 31 eletti in Calabria ma che non riesce a trovare unità al suo interno e che ha assorbito e copiato tutti i difetti del partitismo classico, quello che volevano annullare. Ma come sempre ogni rivoluzionario, quando assapora il potere, passa dall’epoca rivoluzionaria a quella della conservazione. Dalla piazza alla poltrona il passo è breve e la poltrona è sempre comoda per tutti. Lo insegna la storia. Lo insegnano le peculiarità dell’animo umano.

Redazione

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